Quante volte vi siete affidati a Internet per scoprire se quel piccolo dolorino, o quella macchiolina di colore rossiccio era sintomo di un qualcosa di ben più grave? Uno studio psichiatrico ha rivelato che l'uso improprio delle ricerche potrebbe far nascere quella che viene definita "cyberipocondria".
L'ipocondria è definita come una distorsione delle sensazioni che provengono dall'interno del corpo, erroneamente interpretate come sintomi di malattia. Allo stesso modo degli studenti di medicina, bombardati all'inizio della specializzazione da una moltitudine di informazioni che li conduco a sviluppare una forma di ipocondria, anche le infinite informazioni presenti sulla rete possono portare ad associare in maniera automatica ogni più piccolo sintomo a improbabili malattie degenerative.
CNN.new ha pubblicato un test per scoprire quanto siete sensibili alle patologie descritte all'interno della grande rete, ed evitare così di divenire dei perfetti "cybercondriaci".
Potreste essere cybercondriaci se:
vi sentite peggio dopo aver navigato sul Web invece di meglio (specialmente nel caso il vostro battito cardiaco aumenti sensibilmente quando siete su Internet)
le rassicurazioni da parte del vostro dottore non vi aiutano (e invece di andare dal medico vi buttate a capofitto su Internet)
passate velocemente dal sospetto alla convinzione: se vi convincete con facilità che il tremore delle vostre mani non può che rappresentare una precoce manifestazione del morbo di Parkinson allora, forse sarebbe meglio lasciare la diagnosi al vostro medico.
Per evitare questi effetti, il dottor Arthur Barsky, professore di psichiatria all'Harvard Medical School, suggerisce: "pianificate in anticipo cosa volete trovare, a quale domanda cercate risposta e quanto tempo volete trascorrere nella ricerca". "Quando siete alla ricerca disperata di consigli medici, disconnettete il vostro intuito. Chiedetevi quindi: avete veramente questa malattia? La risposta sarà per la maggior parte delle volte: "no".