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Tifoso Lazio ucciso. A Roma ultras scatenati contro le forze dell'ordineSi chiamava Gabriele Sandri, 28 anni, noto dj della capitale e animatore del 'Piper', il tifoso laziale ucciso questa mattina nella stazione di servizio di Badia al Pino, sulla A1, nei pressi di Arezzo, dopo essere stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco, sparato da un agente della Polstrada da 40 metri di distanza. Sandri si stava recando a Milano per assistere alla partita della Lazio con l'Inter.
Un addetto dell'autogrill, che ha assistito ai fatti, dopo l'accaduto ha dichiarato "Si è sentito un colpo in un contesto tranquillo". 19.50 Roma: arrestati due ultras La polizia ha effettuato una carica di alleggerimento per disperdere il gruppo che ha assaltato la caserma di via Guido Reni a Roma. Sono stati sparati anche alcuni lacrimogeni. Secondo un poliziotto in servizio l'attacco è stato massiccio: "Ci hanno attaccato, erano almeno 400 persone. Non sono riusciti ad entrare per un pelo". Due giovani sono stati arrestati dalla polizia poco dopo, avevano i volti coperti da bandane ed erano armati di bastoni, si tratterebbe di un ragazzo e una ragazza
19.39 Roma: auto polizia in fiamme I tifosi sempre più inferociti, hanno dato fuoco a un pullman e ad alcune auto della polizia. Altre volanti sono state prese di mira da una sassaiola. Il contingente predisposto per l'ordine pubblico è bloccato all'interno dello stadio Olimpico. Non mancherebbero feriti tra le forze dell'ordine. Ingenti i danni al commissariato di polizia di Porta del Popolo: distrutto e dato alle fiamme il portone, devestate piante e infranti i vetri dell'edificio. Il presidio di pubblica sicurezza in via Ferdinando Fuga invece è stato assaltato da una trentina di teppisti con spranghe, tondini di ferro e sanpietrini
19.38 Salma di Sandri all'obitorio di Arezzo
Si trova nell'obitorio dell'ospedale San Donato di Arezzo la salma di Gabriele Sandri. All'obitorio nel pomeriggio si sono recati poliziotti della scientifica e sembra anche un magistrato, per ulteriori rilievi. Davanti all'obitorio è passato anche un gruppo di tifosi dell'Arezzo, come segno di solidarietà ai laziali.
19.30 Ultras attaccano caserma del reparto volanti di Roma
Un gruppo di circa 200 ultras ha assaltato la caserma che ospita il reparto volanti della Polizia di Stato, a Roma. Per entrare nella sede del reparto volanti di via Guido Reni sono state bruciate auto, divelto barriere di protezione e infranto vetri della caserma.
19.15 Roma: assaltato commissariato A Roma, nella zona di viale Tiziano, le forze dell'ordine stanno fronteggiando un gruppo di circa 70-80 tifosi a volto coperto e armati di bastoni e spranghe che hanno raggiunto l'area dello stadio Flaminio, nei pressi del commissariato Porta del Popolo di polizia di via Fuga. I tifosi stanno cercando di entrare il commissariato.
19.14 Roma: aggredite due pattuglie vigili
Due pattuglie di vigili urbani sono state aggredite da un gruppo di tifosi con spranghe e bastoni nei pressi dello stato Olimpico di Roma. Lo denuncia il segretario della Cisl della polizia municipale di Roma, Gabriele Di Bella. Il bilancio sarebbe di sei vigili urbani feriti e alcune auto distrutte 19.00 Abete: 'Caso diverso da quello di Raciti' Il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, nella conferenza convocata in Figc a seguito dell'uccisione del tifoso laziale e della giornata di violenze, commenta. "La morte di Gabriele Sandri è una situazione incredibile, ma non ha niente a che fare con l'episodio della morte dell'ispettore Filippo Raciti. L'episodio di Catania avvenne nel contesto di un evento sportivo, in relazione a scontri strutturali tra forze dell'ordine e tifosi del Catania. La morte del tifoso laziale invece è un fatto accidentale". Giancarlo Abete affronta anche l'ipotesi blocco delle trasferte: "Come cittadino e amante del calcio ancora prima che come dirigente non sono mai stato favorevole alla logica del blocco delle trasferte e continuo a pensare che questa ipotesi non sia la risposta giusta da un punto di vista strategico". Abete precisa di "comprendere" le decisioni di ordine pubblico collegate a partite particolarmente a rischio. "Queste decisioni dopo fatti che scuotono sono provvedimenti da rispettare e condividere, ma resto convinto che le battaglie si debbano combattere sul piano culturale e normativo. Il divieto significa perdere la battaglia
questa è solo una parte.....